Welcome

 Company Socci, a small wine-making enterprise in the heart of the Marche region in Castelplanio.

A variety of forty nestled on the hillside of Mount Desert, 350 meters above sea level.

The willingness of a family to carry on the tradition that is inevitably linked to innovation.

The all driven by a passion for the world of wine and what surrounds it.

Incontri tra Wine Bloggers in Cantina - Tra grandi Vini, divertenti aneddoti ed interessanti spunti di riflessione

Pubblicato da Wine Blog Roll - Francesco Saverio Russo

Se c'è un'azienda in cui mi senta a casa, quando sono nelle Marche, quella è sicuramente l'Az. Socci.
Una realtà di cui in pochi hanno scritto, solo perché il low profile della famiglia Socci, la loro umiltà e la produzione esigua (per lo più dedicata al mercato locale) non hanno permesso a molti di conoscerla e, soprattutto, di assaggiare i loro Vini. Vi dico questo, in quanto sembra che tra i primi a scriverne siano stati due giovani Wine Bloggers, Matteo Carlucci de il Taccuvino e Francesco Saverio Russo di...come si diamine si chiama?!? Ah...sì... Wineblogroll! :-D
Questo tempismo nello scrivere si è riconfermato giorni anche nel visitare la cantina, che ha visto me e Matteo trovarci contemporaneamente a casa dei Socci, in quella che è stata una giornata memorabile in quanto a chiacchierate estemporanee, discorsi intorno e dentro al Vino, ma soprattutto degustazioni niente male!

Con moglie e baby-sommelier di due mesi al seguito Matteo ha accettato la mia sana "sfida" di condivisione portando qualche prodotto tipico della sua terra, la Romagna, ed io ho fatto lo stesso con preparando la mitica crescia marchigiana, ma ciò che ha trasformato la giornata in qualcosa di più di una "semplice" degustazione in Cantina in un aperto confronto sul Vino e sulla passione enoica, con divertenti e fondamentali digressioni e variazioni sul tema dal Bigfoot, all'alieno, fino alla dieta dei neonati.
Come già scritto e descritto nel mio articolo sull'Az. Vitivinicola Socci un annetto fa, la loro produzione è esclusivamente dedicata al Verdicchio declinato in 3 versioni + 1 in arrivo e le nuove annate di Deserto e Martina (il Marika non è stato prodotto nel 2014 in quanto Pierluigi non reputava l'annata all'altezza del loro Vino più espressivo) hanno saputo regalarci emozioni sincere, trasformando un'annata difficile come quella scorsa, in un'occasione per emergere e far valere la qualità del proprio terroir e, soprattutto, la capacità di saper decidere per il meglio, avendo aspettato quel tanto che bastasse per portare in Cantina uve sane e mature, nonostante un 2014 così complesso.

Se è vero che il Martina ha perso un grado ed il Deserto mezzo, è anche vero che il Verdicchio gode i una struttura talmente importante da non temere questo genere di "decurtazioni alcoliche", anzi... in alcuni casi, può persino rendere la beva più piacevole e meno impegnativa, cosa che per un Vino duttile nell'abbinamento come il Verdicchio a mio parere è davvero un toccasana.
Lascerò a Matteo, per cavalleria fra bloggers e perché ho già avuto modo di parlare delle nuova annata del Deserto, il piacere di descrivervi al suo rientro e nel suo blog i Vini assaggiati, segnalandovi però l'uscita a dicembre del primo Metodo Classico di firmato Socci, che a giudicare dalla sua evoluzione (lo seguo ormai da più di un anno) è destinato a far parlare molto di sé... anche se ha un terribile difetto... come prima annata ne sono state prodotte solo 600 bottiglie e calcolando quelle che mi sono già fatto fuori io e quelle dedicate alle degustazioni, credo che ne verranno immesse nel mercato non più di 500 (io consiglio di preordinarle... e non lo dico a fine promozionale... ma solo perché ne vale davvero la pena... anzi... a pensarci bene non ordinatele! Altrimenti poi io cosa bevo?!).

L'incontro fra Wine Blogger prosegue con la condivisione di Matteo, ovvero un'Albana, simbolo della sua terra, che vanta grande espressività. Parliamo del Fiorile 2012 di Fondo San Giuseppe, Vino particolare, che non ha nulla di enologico, ma tanto di territorio, di varietale e di passione: il naso ricorda inizialmente la Retzina, per poi aprirsi in un frutto giallo delicato ed una buona dose di mineralità pietrosa.  In bocca è fresco, ruvido quanto basta per far capire che si tratti di una vera Albana col suo corredo tannico intatto se pur educato da due anni di maturazione in cemento, ma soprattutto piacevole e bevibile nonostante la sua struttura. Un Vino pulito in senso lato, che miri a togliere tutto il superfluo (persino i lieviti) dalla lista di cose da addizionare in vinificazione, al fine di dar luogo ad un processo il può spontaneo possibile e ad un'espressione pura e semplice del terroir e delle vigne vecchie oltre 40 anni.

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