Willkommen

Unternehmen Socci, eine kleine Weinherstellung im Herzen der Region Marche in Castelplanio.

Eine  40-Jahre-Weinrebe, die auf dem Hügel von „Deserto“ Gebirge mit 350 Meter über dem Meeresspiegel legen.

Die Bereitschaft der Familie, die Tradition, die unweigerlich zur Innovation verknüpft zu tragen.

Alle von einer Leidenschaft für die Welt des Weines und seiner Umgebung angetrieben.

Unternehmen Socci, eine kleine Weinherstellung im Herzen der Region Marche in Castelplanio.

Eine  40-Jahre-Weinrebe, die auf dem Hügel von
Deserto“ Gebirge mit 350 Meter über dem Meeresspiegel legen.

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Alle von einer Leidenschaft für die Welt des Weines und seiner Umgebung angetrieben.

Grandi Vini con tappi alternativi? Si può fare! Parola dell'Azienda Vitivinicola Socci

Pubblicato da Wine Blog Roll - Francesco Saverio Russo

In pochi sanno che il decreto legge che a settembre 2013 ha sdoganato l’utilizzo del tappo a vite e dei tappi "alternativi" anche per i vini DOCG, pur restando nella facoltà dei singoli consorzi di inserire vincoli più restrittivi all’interno dei disciplinari di produzione.

Come la maggior parte dei WineLovers la stra-grande maggioranza delle bottiglie che ho avuto modo di stappare in vita avevano il tappo a sughero e per quanto io ami stappare il vino alla "vecchia maniera" c'è una sensazione alla quale rinuncerei volentieri... l'ansia che precede la valutazione del tappo, nonché del Vino. Quante volte abbiamo dovuto cedere di fronte alla crudele realtà e quante bottiglie, anche importanti, abbiamo dovuto buttare, per via del sentore di "tappo"?!? C'è chi sostiene che la qualità del sughero faccia la differenza e che più sono importanti i produttori, più il tappo sarà qualitativamente ottimale, ma la mia personale esperienza è molto differente. La cosa che mi fa pensare che al giorno d'oggi i tappi in sughero siano una scelta da valutare al meglio (ovviamente è giusto che restino la prima scelta) sono i dati riguardo la produzione della materia prima, che sta diventando difficile da sostenere,  in relazione alla crescente domanda (il sughero viene utilizzato anche per la bioedilizia e per il settore delle calzature) che sta portando, a detta di molti, all'immissione sul mercato di sughero raccolto prematuramente e quindi meno adatto alla produzione di tappi di qualità.
In paesi come l'Italia e la Francia il tappo di sughero è tradizionalmente associato al vino di qualità, mentre altre tipologie di tappo tendono a diminuire le aspettative del consumatore, ma in paesi come USA, Canada, Australia ed anche Russia, China e Giappone, vari studi di mercato hanno portato alla luce che la priorità per il consumatore medio-alto è quella di avere un Vino che non sappia di "tappo". Il modo per evitare questo rischio c'è e parliamo dei tappi alternativi:
Tappi sintetici
Tappi in vetro
Tappi a vite
Tappi a corona
Se è vero che alcuni tappi non prevedono traspirazione e quindi si reputino (erroneamente) più adatti a vini giovani e non destinati ad una buona longevità, come quelli a vite ed a corona, i tappi sintetici (in polimeri termoplastici) e, soprattutto, quelli in vetro garantiscono, oltre all'assenza di contaminazione del vino da Armillaria Mellea, una traspirazione ottimale, lenta e costante.

E' proprio nel mio percorso di avvicinamento al mondo dei tappi alternativi che mi sono piacevolmente imbattuto in un'azienda che da diversi anni manifesta la sua creatività e la sua voglia di innovare nel Vino, pur mantenendo un forte attaccamento al territorio ed alla qualità di un Vitigno "sacro" per i marchigiani come il Verdicchio: l'Az. Vitivinicola Socci di Castelplanio (AN).
Arrivato sul "cucuzzolo" del Monte Deserto, dopo aver seguito le indicazioni della cara Marika (figlia del titolare Pierluigi) tanto precise da non lasciare al caso neanche buche e cartelli dalla durra orizzontalità, mi ritrovo in mezzo ai vigneti di Verdicchio, con esposizioni a 360°, circondati da un panorama mozzafiato.
Stretta la mano al padrone di casa ed attesa per qualche minuto la simpatica e molto professionale Marika, in perfetto orario (mea culpa...dato che sono sempre in anticipo!), inizia la visita in una cantina dalle piccole dimensioni, ma dalle grandi idee!
Sono le idee e la creatività di Pierluigi che hanno sin da subito catturato la mia attenzione: l'utilizzo della vetroresina, la criomacerazione (prima a 8°C, ora alla soglia del congelamento degli acini), la bottiglia renana ed i tappi in vetro.

Una serie delle quali già una sola avrebbe potuto spaventare il produttore "medio" volto al mero guadagno ed alla ricerca del prodotto "ruffiano" che possa accontentare un ampio pubblico di consumatori, ma non è questo ciò che Pierluigi, sua moglie Floriana e le sue figlie Marika & Martina, si sono prefissati di fare, bensì la loro gioia risiede nel produrre prodotti destinati a far parlare di loro per qualità, originalità e sicurezza.
Sì...è proprio il termine sicurezza che si ricollega alla scelta del tappo a vetro (0% piombo), che oltre ad essere esteticamente davvero elegante ed a vantare una comodità indiscutibile riguardo l'apertura e la chiusura della bottiglia, garantisce la preservazione perfetta del contenuto, anche per Vini destinati, potenzialmente, a riposare in cantina anche per più di 10 anni (il Verdicchio è uno dei vini bianchi più longevi).

Una scelta quella del tappo a vetro, che in abbinamento ad una bottiglia dalla rara femminilità ed eleganza, come la renana, utilizzata per il Marika (Verdicchio dei Castelli di Jesi D.O.C. Classico Superiore), conferisce al Vino quell'originalità e quell'impatto visivo che non può che far pensare ad un Vino di qualità, cosa che spesso non accade con i Vini con tappi "alternativi".
La ricerca, mi spiegano, Pierlugi e Marika, non si ferma mai, ma sono spesso le intuizioni a fare la differenza e, tra simpatici "siparieti" padre-figlia (creatività-razionalità), mi rendo conto che oltre all'odore del Vino, in quella Cantina si respira Arte.

E' l'Arte il filo conduttore che accompagna i Vini Socci, dalle etichette, per le quali vi consiglio di andare direttamente in Cantina e di farvi raccontare ogni storia che c'è dietro alla scelta di ciascuna,  al modo unico di interpretare la vigna, precisa, ma caotica allo stesso tempo... sottofilari volutamente trascurati e foglie in grande quantità, frutto dell'esperienza e della conoscenza di quel determinato territorio, che a detta di Pierluigi da il meglio di sè le lasciato "in pace"! Modernità e naturalità si scontrano...o meglio si incontrano e danzano insieme in ogni calice dei 3 vini dell'azienda:

- Il Martina (Verdicchio dei Castelli di Jesi  D.O.C Classico Superiore) : ultimo nato del "Trio", come ultima nata è la figlia dal quale prende il nome (anche per questo ci sarebbero svariati aneddoti da raccontare che sono certo andrete a scoprire personalmente). Un Vino che fa del suo bouquet di profumi la sua arma vincente e che nelle due annate provate (2012-2013) ha mostrato una struttura inaspettata da quella che dovrebbe essere la "terza linea" dell'azienda. Anche in questo caso l'uso del freddo ha fatto la sua parte, portando le sensazioni gusto-olfattive su di un piano diverso dal solito per questo vitigno;

- Il Deserto (Verdicchio dei Castelli di Jesi  D.O.C Classico Superiore): un nome che può intimorire per la sua contrapposizione con la vitalità della Natura dalla quale proviene, ma in realtà è dovuto al Monte che ospita i vigneti dell'azienda, il Monte Deserto, appunto! Tra i 3, sicuramente, il più "Verdicchio", in quanto la sua è un espressione più classica dello storico vigneto marchigiano, ma che a suo modo, grazie alla criomacerazione, può vantare uno spettro organolettico più ampio del consueto. Il colore, in questo caso, è quello inconfondibile del Verdicchio, paglierino con le classiche acquarellate pennellate di verde, ma anche stavolta, i profumi sono il vero biglietto da visita di un vino che ad ogni respiro lascia scoprire note di anice, mandorla, con accenni di succosa frutta matura. Un palato minerale, a tratti marino (sarà la vicinanza dal mare!), che agevola l'idea di stapparne una bottiglia al più presto con preparazioni a base di pesce magari grigliato;

- Il Marika (Verdicchio dei Castelli di Jesi  D.O.C Classico Superiore): dulcis in fundo... il Vino più estroso ed originale dell'azienda, a mio parere, quello che di più ne contraddistingue la costruttiva dualità fra l'indole creativa dell'Artista Pierluigi e l'equilibrio delle "donne di casa Socci". Un nome scelto perché "suonava bene" scherza Pierluigi di fronte all'ispiratrice del vino,  facendo trasparire che dietro ogni battuta rivolta alle sue "bimbe" in realtà c'è un Amore sfrenato ed ampiamente ripagato dalla grande unione che c'è all'interno di questa "Wine Family".
Anche "Lei" con tappo a vetro, nell'elegante bottiglia renana che nel tempo è cresciuta in altezza, come credo sia giusto per una novità nata solo nel 2009, ma che sta già dimostrando grande maturità e personalità. Un Verdicchio di rara freschezza e femminilità, che affascina per le linee sinuose che attraversando la bottiglia arrivano sino al calice, per poi stupire con note solari di cedro, tanto inattese quanto apprezzate. Il vino perfetto da bere "meriggiando", ma tutto fuorché pallidi ed assorti (cit. E. Montale :-p ) per la sua luminosità, ma non disdegnerei un abbinamento con dei maki all'italiana! Il Marika è un vero "unconventional Verdicchio"! 
 (7 cuori meritati, per la sua capacità di stupire, che solo i grandi Vini hanno)

In realtà ci sarebbe un quarto Vino...o meglio uno spumante, metodo classico (ovviamente di verdicchio), che è ancora in fase "rifermentativa", ma che ovviamente non ho saputo resistere dall'assaggiare e... che dire... forse l'emozione più grande della giornata... sarà per la riuscita dell'apertura del tappo a corona con un metodo consigliato da colleghi romani, che prevede l'utilizzo di un secchio pieno d'acqua, sarà perché appena aperto quel prematuro (13 mesi) champenoise ha inebriato i nostri nasi, di profumi che pensavo di poter ritrovare solo in una boulangerie di qualche sobborgo parigino piena di  biscotti e baguettes appena sfornati... dimenticavo...ed eravamo all'aperto! Forse uscirà in tempo per Natale (18 mesi) e vi consiglio di iniziare a prenotare le bottiglie, perché stanno già andando a ruba e sono solo 600! Io le mie due "cassettine" le ho già opzionate!

Non voglio andare sui tecnicismi relativi alla criomacerazione e su ulteriori considerazioni in merito ai tappi "alternativi" al sughero, dato che ho scritto già troppo a riguardo, lo stesso vale per la descrizione organolettica dei Vini, che in realtà vanno solo provati, magari cercando di approfondire la conoscenza di questa famiglia di produttori che sicuramente darà un valore aggiunto a livello emozionale all'assaggio.

Chiudo facendo notare la lungimiranza di chi oltre 15 anni fa acquistò un dominio destinato ad essere il miglior "lotto" sul quale edificare la propria azienda online: www.verdicchio.it
Sono davvero avanti questi Socci! ;-)

sabato 5 luglio 2014

Degustazioni dei nostri vini... in cantina

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